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Di Valter Collevecchio

Dediche a gogò. La ricetta di Radio Gamma Sound Fm 94.300 – stazione che ha iniziato a trasmettere nel marzo del 1978 da Lavagna (GE) in una soffitta di via dei Sivori 19, per  iniziativa dei fratelli Valter e Diego Collevecchio – era la più classica della radiofonia leggera di allora: “Il nostro programma che tirava di più – dice a broadcastitalia.it  Valter Collevecchio, il direttore – era quello delle dediche e richieste: iniziavamo alle 20.30 e continuavamo sino a notte inoltrata – certe volte all’una ed anche alle due di notte –  per cercare di accontentare tutti i radioascoltatori che ci venivano a trovare affidandoci il messaggio da leggere, con tanto di titolo del pezzo da passare, o che ci chiamavano e noi riuscivamo a far sentire in diretta le loro voci, facendo passare la linea telefonica direttamente nel mixer audio professionale della HFC Outline pro…” Non solo dediche, però: “Noi eravamo una radio crossover cioè passavamo di tutto: spaziavamo dalla  musica leggera generale alla musica italiana, miscelando disco, pop, rock non impegnato fino al liscio e al folk genovese, oltre al revival degli Anni 40/50/60 e qualche digressione addirittura sulla musica classica.

Insomma eravamo una radio libera doc.” Lo staff era composto da una decina di persone: “Io, cioè Valter Collevecchio e il mio fratellino Diego, Ivo Garibaldi, Claudio Chiarla, Cinzia Lazzarini, Olivia Coppeno (che era la nipote del mitico dottor Lanzoni di Milano, tecnico broadcasting radio e tv),Sandro Farina, Giuseppe Gremo in arte Pino Toma, Roberto Vignale. Tutti quanti eravamo giovani (io sono del 59, allora non avevo vent’anni), molto carichi, con voglia di fare radio e  ci davamo molto da fare per coprire la programmazione in diretta; invece, per le non stop, avevamo optato per dei videoregistratori hi fi stereo, con cassette da 240 minuti a bassa velocità, che coprivano le otto ore. Questo sistema costava di meno rispetto alle bobine e la fedeltà audio era anche superiore.” La parte tecnica era il pallino di Valter Collevecchio e di Ivo Garibaldi che avevano accurate conoscenze di alta e bassa frequenza: “Io ed Ivo ci occupavamo del discorso tecnico: ogni rivoluzione al riguardo portava la nostra firma. Iniziammo con un trasmettitore da 100 watt e con una antenna ground plane omnidirezionale accordata per i 94.3 MHz; nel 1982 la potenza arrivò ad un kilowatt: il finale a valvole era autocostruito, del resto come la collineare a quattro elementi in rame (issata su un traliccio da 16 metri) cui era collegato.”

Un bel giorno, proprio appena dopo il potenziamento, bussò alla porta di Radio Gamma Sound un funzionario dell’Escopost: quel tipo di visita, in quei giorni, non era certo inusuale per chi faceva radio: “Dopo che abbiamo montato il kilowatt abbiamo ricevuto la cortese visita dell’Escopost di Genova. Il capo Mula, facendo rilevamenti con il mezzo Mobile all'esterno della nostra sede, non riusciva a capire perché non trovasse emissioni spurie della nostra emittente. Lo spiego io il perché: io mi ero già premunito di un filtro cavità, di colore arancione, che sembrava una bombola. Il sig. Mula mi chiese cortesemente di fare un controllo all'interno della nostra sede: io glielo acconsentii, tanto ero tranquillo perché sapevo di essere in regola con tutto. Una volta entrato rimase sbalordito perché eravamo l'unica Radio Libera che aveva questo filtro in cavità: congratulandosi mi strinse la mano e mandò a farsi benedire, dicendogliene di santa ragione, quelli che li avevano sguinzagliati contro di noi denunciandoci. Orgoglioso gli chiesi di accettare un caffè: andammo al bar, poi lo salutai e assieme ai suoi colleghi ripartì con il mezzo.”

Tanta serietà e rigore non furono sufficienti a Valter Collevecchio per fare carriera nel settore: “Io mi sentivo un tecnico alta e bassa frequenza, ma non sono riuscito ad emergere, forse perché non ho cambiato città, ma cosa vuole… forse mi mancava il coraggio. Comunque rimango contento della mia piccola storia di radio, se tornassimo indietro rifarei di nuovo tutto: con poco noi ci divertivamo veramente tanto, era proprio un'altra epoca; adesso è cambiato tutto: ora, secondo me, fare una radio è più facile con tutte le comodità e tutte le tecnologie che ci sono. Quello che mancano sono i soldi...” Ma forse anche allora non ce n’erano poi così tanti di denari… “L’inizio nel 1978-79 fu bellissimo, trasmettevamo da una soffitta di Lavagna in via dei Sivori 19. Dopo qualche anno il nostro indice di ascolto crebbe raggiungendo risultati fantastici, perché eravamo conosciuti ed apprezzati, ma  poi iniziarono un po’ di difficoltà. Il 1985-86 fu purtroppo un disastro: peccato, perché c'era moltissimo affiatamento, purtroppo, però, mancavano i fondi…” Problema comune a tutta la categoria: “

Questa bella storia durò troppo poco: soprattutto dopo la legge Mammì molte Radio Libere dovettero correre ai ripari, chiudendo i battenti, perché costava troppo mantenere una Radio o perché non c’erano più i requisiti richiesti. Sino ad allora, di fatto, di tasse di concessione non ce n’erano, ed in più venivano ad aggiungersi obblighi relativi a Siae, numero di giornalisti impegnati, minimi di fatturazione, limiti pubblicitari etc. Se non fosse stato per la legge Mammi noi non avremmo chiuso…” Broadcastitalia.it, se vorrette, vi consentirà di risorgere, almeno sul web… “Cercherò di scaricare qualche programma vocale e musicale dei miei vecchi nastri vhs stereo: vi farò avere qualche registrazione sperimentale del lontano 1978 e 1979 quando ci divertivamo a giocare con microfono, mixer e dischi. Lo studio era composto con piatti bsr a cinghia e mixer Davoli di ultima generazione: era piccolo, ma con 6 ingressi stereo, anche se noi uscivamo in mono. Nel 1982, quando abbiamo attivato il trasmettitore da un kilowatt a valvole, abbiamo cominciato a fare le cose in grande, trasmettendo 24 ore su 24: per il cosiddetto Non Stop, come ho spiegato prima, invece di Revox A77 o Tascam 4, avevamo dei fantastici video registratori vhs hi fi  stereo della Sharp. Ne avevamo due oltre a due Orion per la notte. Ricordo ancora quando mi telefonò la Outline, ditta di mixer hifi: mi venne un colpo quando ci offrirono un Outline hfc  Ms3 Mx2, cioè un 6 canali audio più 2 canali microfonici. Prima che venissero a montarcelo, per non sentirmi a disagio, corsi a comperare due piatti a trazione diretta Sanyo Tp 1200 che assomigliavano ai Technics 1200, ma costavano la metà…”

(storia a cura di Gabriele Majo)